Valutazione funzionale sfinteriale

La valutazione della funzione anorettale è di pertinenza della manometria anorettale.

Tuttavia, già durante la prima visita, utilizzando un semplice palloncino e una siringa da 60cc, è possibile ottenere alcune informazioni che possono tornare utili sul piano diagnostico-terapeutico.

Dopo averlo lubrificato con un gel privo di anestetici locali, il palloncino viene posizionato sgonfio nella ampolla rettale. Si collega la siringa e si comincia a insufflare aria facendo gonfiare il palloncino.

A questo punto è fondamentale la collaborazione del paziente che sarà stato informato di come si svolge l’esame e di cosa deve riferire.

Verranno così valutati e annotati:

 

  1. La prima sensazione che il paziente avverte della presenza di corpo estraneo nel retto (First sensation)
  2. Il volume che determina il desiderio a defecare (Defecatory desire volume)
  3. Il massimo volume tollerato avvertito dal paziente come urgente bisogno a evacuare sino a provare dolore (Maximum tolerable volume)

Valori normali

Se i valori della sensibilità rettale risultano inferiori al normale è presente una ipersensibilità rettale mentre se superiori, una iposensibilità rettale.

Questa distinzione è importante perché l’ipersensibilità rettale è caratteristica di alcune patologie come disfunzioni dello sfintere anale esterno, malattie infiammatorie croniche intestinali (rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn), sindrome dell’intestino irritabile, incontinenza fecale, neuropatia del pudendo.

L’iposensibilità è invece caratteristica di patologie come sindrome da ostruita defecazione (ODS), stipsi cronica, incontinenza fecale idiopatica, sindrome della contrazione paradossa del m. puborettale, dissinergie, megaretto.

Queste considerazioni permettono un migliore inquadramento del paziente, anche in quelli che non hanno riferito alcun disturbo della funzione anorettale.

Si possono in questo modo individuare problematiche in fase iniziale che potranno poi essere indagate con strumenti più sofisticati.

Dal punto di vista terapeutico sarà quindi possibile inibire o eccitare la sensibilità rettale con le terapie più adeguate.

La conoscenza della sensibilità dell’ampolla rettale può servire anche a prevenire possibili complicanze post-operatorie ed evitare insuccessi nel paziente “chirurgico”.